Maria Vendemmia - Napoli, Georgina Kuli Lito - Tirana, Doina Anca Plesca - Bucharest, Basim Alzoubi - Amman, Salvatore Vendemmia - Aversa
INTRODUZIONE
Il vaiolo delle scimmie (Mpox) fu riscontrato ed identificato per la prima volta, nell'uomo, nell'anno 1970.
Questi casi furono osservati in Africa Centrale ed Occidentale, in villaggi situati nelle foreste fluviali.
Questa infezione è una malattia infettiva, zoonotica, causata da un virus a DNA, a doppio filamento, appartenente alla Famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus.
Tale genere è uguale al "variola" che causa il vaiolo umano ed uguale al virus "vaccinia" che provoca il vaiolo nelle mucche.
Sono stati identificati due "Cladi" del virus Mpox che sono geneticamente differenti:
- Clade I: Africa Centrale e Congo. Tale Clade si divide in Clade Ia e Clade Ib
- Clade II Africa Occidentale. Si divide in Clade IIa e Clade IIb
I Cladi Ia ed Ib presentano un quadro clinico più marcato, con maggiore trasmissibilità interumana e maggiore mortalità.
Il vaiolo nel mondo fu eradicato nell'anno 1980 e, da quell'epoca, la vaccinazione per tale infezione non viene più praticata.
Pertanto, la presenza di questo nuovo orthopoxvirus delle scimmie rappresenta, attualmente, un possibile pericolo per la salute pubblica.
SERBATOI DEL VIRUS Mpox
Il virus è diffuso specialmente tra i piccoli roditori ed i primati, particolarmente in Africa.
È stato identificato nei ratti marsupiali del Gambia, in scoiattoli arboricoli e di corda, ghiri, primati non umani e diverse altre specie.
Purtroppo, siamo molto incerti sui serbatoi naturali e sulla sua circolazione in natura.
Probabilmente i roditori hanno un ruolo importante nel mantenere la naturale circolazione del virus.
DIFFUSIONE
Nei Paesi dove la malattia è endemica vengono in prevalenza colpiti i bambini di età inferiore ai 16 anni.
Attualmente viene riportato un aumento dei casi che colpiscono tutte le età.
Nei Paesi non endemici i casi riportati fino all'anno 2022 erano generalmente di importazione, ed i casi riferibili a trasmissione interumana erano molto limitati.
Nell'anno 2022 fu riscontrata, in Paesi non Africani, una notevole epidemia di casi attribuiti a Mpox Clade IIb. In tali Paesi mai era stata segnalata tale malattia.
Fu accertato che l'infezione si era rapidamente diffusa tramite rapporti sessuali.
Pertanto, il 23 luglio 2022 l'OMS dichiarò l'Mpox "PUBLIC EMERGENCY OF INTERNATIONAL CONCERN".
Tal situazione epidemica rappresentò per l'OMS una pericolosa emergenza per la salute pubblica mondiale fino al giorno 11 maggio 2023.
Il 14 agosto 2024, nuovamente l'OMS dichiarò che, il notevole aumento dei casi riscontrati nella Repubblica Democratica del Congo e la sua diffusione nei Paesi Africani, permetteva di dichiarare l'Mpox "EMERGENZA DI SALUTE PUBBLICA INTERNAZIONALE".
I casi riscontrati nel Congo nell'anno 2024 sono i seguenti: 15.600 e 537 i decessi, per la maggior parte in bambini con meno di 15 anni di età.
In particolare, fu segnalata la diffusione di un nuovo ceppo virale nella R. D: C., il Clade Ib.
Tale ceppo sembra facilmente diffondersi attraverso i rapporti sessuali.
DIAGNOSI
La prima fase dura da 1 a 5 giorni, si presenta con febbre, cefalea frontale o generalizzata, linfoadenopatie, mialgie ed astenia, mal di schiena.
L'eruzione cutanea compare dopo 1-3 giorni dalla febbre, nel 95% dei casi inizia al viso e poi, gradualmente coinvolge altre aree del corpo: estremità, palme delle mani e piante dei piedi.
Nel 70% dei casi sono coinvolte la mucosa orale, i genitali, (30%), le congiuntive (20%).
L'eruzione cutanea evolve nel seguente modo: macule, papule, vescicole, pustole, croste.
Il numero delle lesioni varia da poche decine a migliaia. Differiscono dalla varicella perché sono, quasi sempre, di uguali dimensioni e nello stesso stato maturativo, e per differente presentazione (NON A CIELO STELLATO).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Va fatta con la varicella, le infezioni batteriche della pelle, la sifilide, la scabbia, le allergie ai farmaci.
Per distinguere la Mpox dalla varicella e dal vaiolo può essere importante rilevare, nella fase prodromica della malattia, la linfoadenopatia.
I campioni biologici prelevati dalle lesioni devono essere trasportati ed esaminati, in sicurezza, presso adeguati laboratori.
I testi di amplificazione degli acidi nucleici, come la reazione a catena della polimerasi (PCR), rappresentano il sistema più utile per una corretta diagnosi, data la sua sensibilità e specificità.
TERAPIA
Il trattamento è fondamentalmente sintomatico e di supporto. Nei casi molto gravi, con seria compromissione del sistema immunitario, è stato usato un antivirale, TECOVIRIMAT (TPOXX).
Tale farmaco sembra impedire la riproduzione del virus perché interferendo con una proteina situata sulla superficie degli Orthopoxvirus, impedisce la riproduzione, rallentando la progressione della malattia.